“Bene, lo consideriamo un risultato importante, fortemente voluto e promosso dalla mobilitazione nostra, delle donne, dei luoghi autogestiti e dell’associazionismo anche a livello nazionale.” Cosi si è espressa l’assemblea della Casa Internazionale delle donne, svoltasi lunedì 17 maggio.
Un risultato importante che giunge anche grazie al voto del Parlamento che, approvando, nello scorso autunno, “le misure urgenti per la tutela dell’Associazione Consorzio Casa Internazionale delle donne di Roma”, ne ha riconosciuto l’autonomia, il valore sociale e politico ed ha stabilito, inoltre, nella Legge di Bilancio, l’attribuzione ai luoghi delle donne di edifici pubblici in comodato d’uso gratuito.
Bene, consideriamo positivo che finalmente non si parli più di bandi – come abbiamo sempre chiesto – né della Casa solo per la sua morosità, bensì per l’importanza dei servizi svolti a favore delle donne, anche durante il periodo della pandemia.
E bene che nella Memoria di Giunta del 30 aprile si ribadisca la necessità di realizzare “attività per la promozione della libertà femminile e di genere, la prevenzione e il contrasto alle discriminazioni di genere”, prevedendo l’utilizzo di 5 immobili del patrimonio del Comune, soprattutto in aree periferiche della città.
Si è riaperta la trattativa e si può arrivare subito, a partire da quanto previsto dalla medesima Memoria di Giunta, alla “chiusura transattiva dei contenziosi in essere per i debiti maturati e maturandi” e alla consegna dei 900.000 euro stanziati dal Parlamento per la risoluzione del contenzioso.
Per consentire tuttavia, come ha stabilito il Parlamento “di conservare e salvaguardare l’attività della Casa Internazionale delle donne” e del Consorzio Casa Internazionale delle Donne che ha gestito e salvaguardato in questi anni il Buon Pastore, è necessario, da subito, mentre si lavora alla nuova convenzione, un provvedimento transitorio che permetta al Consorzio Casa Internazionale delle Donne di uscire dalla situazione penalizzante di illegittimità, attraverso il riconoscimento, già ora, in un atto amministrativo, del comodato d’uso gratuito.
Così sarà possibile avviare, con i tempi necessari, come scritto nella stessa Memoria della Giunta Capitolina “la riprogettazione e riattualizzazione del Progetto Casa Internazionale delle Donne, anche mediante la ridefinizione degli spazi concessi all’interno del complesso immobiliare del Buon Pastore”.
La trattativa si è riaperta e le donne aspettano risposte.