di Barbara Schiavulli
Nell’agosto del 2021 quando l’Occidente abbandona l’Afghanistan e i talebani prendono possesso del paese, la popolazione viene travolta da uno shock senza precedenti. E sono le donne quelle che subiscono di più, investite in pieno da quella catastrofe umanitaria che si trasformerà in un’apartheid di genere nel silenzio del resto del mondo.
Questa è la storia, di Farida, un’insegnante, di Faruz, un’ex poliziotta e di Layla, una giovane sposa che tra divieti e tradizioni si ritrovano a dover scegliere: soccombere o reagire.
È anche la storia di tutte le donne alle prese con uomini che ancora una volta, da una parte all’altra del mondo, vogliono controllarle, dire cosa pensano e come devono gestire le loro vite.
Barbara Schiavulli, corrispondente di guerra, ha seguito i fronti caldi degli ultimi ventisette anni, come Iraq e Afghanistan, Israele e Palestina, Pakistan, Yemen, Sudan, Cile, Haiti, Venezuela. I suoi articoli sono apparsi sui principali quotidiani e riviste italiane e straniere. Ha collaborato con radio e TV. Attualmente collabora con la BBC arabic e dirige Radio Bullets, una testata giornalistica indipendente che ha fondato con altre colleghe e che si occupa di Esteri, diritti umani e inclusività.
Racconta il mondo attraverso le storie di chi non ha voce. Scrive di Afghanistan da 22 anni e da quando i talebani sono al potere, continua ad andare dall’agosto 2021 per dare voce alle donne private di ogni diritto. Vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui il Premio Lucchetta, il Premio Antonio Russo, il Premio Maria Grazia Cutuli e il Premio Enzo Baldoni e Koinè. Ha pubblicato Le farfalle non muoiono in cielo, Guerra e guerra, La guerra Dentro, le emozioni dei soldati, Bulletproof diaries, storie di una reporter di guerra e Quando muoio lo dico a Dio, storie di ordinario estremismo. Viaggia sempre con un trolley rosa e una stilografica.