Dal primo di marzo 2020 abbiamo avviato, pubblicandola nel sito della Casa Internazionale delle Donne, una rassegna di articoli e riflessioni di donne e femministe di varie appartenenze e generazioni che, dall’inizio della pandemia, hanno affrontato con diversi punti di vista e riflessioni il terremoto emotivo e materiale che stiamo vivendo e soprattutto, le prospettive di vita e organizzazione sociale che da questo potranno originare.
Abbiamo inteso proporre in questo modo, nella tempesta di comunicati, bollettini e fuorvianti esternazioni di esperti improvvisati (per lo più uomini), che ci ha inondato, delle pause di ascolto e riflessione.
Avevamo la necessità di costruire chiavi di comprensione delle condizioni strutturali, economiche, politiche, culturali e sociali che ci hanno portato a questa catastrofe. Pensavamo allora e siamo più che mai convinte che c’è bisogno della sensibilità, dell’esperienza e delle competenze delle donne per cominciare a pensare oggi, insieme, modi di vivere, abitare, viaggiare, fabbricare merci, consumare, educare e relazionarsi.
Ci vengono proposte, invece, task force al maschile di esperti di quella “normalità” che questo disastro lo ha provocato, producendo a livello globale l’esubero incontrollabile di “esseri umani e cose”: miliardi di vite di scarto e tonnellate di merci inutili e montagne di rifiuti e scorie inquinanti che loro chiamano modernità.
Come sanno bene coloro che ci hanno seguito, abbiamo raccolto in questi due mesi un numero notevole di articoli, selezionati da giornali, riviste, blog online diretti da donne femministe o da donne impegnate a valorizzare competenze e diritti delle donne. Abbiamo anche seguito altri giornali che erano più vicini al nostro modo di sentire in tutto una quarantina di fonti.
È stato un lavoro appassionante e impegnativo, a volte reso affannoso dalla rincorsa quotidiana della crescente produzione di articoli, selezionati tra le fonti da noi prescelte e tra quelli segnalati da amiche e lettrici.
L’elevato numero, più di 500, di testi raccolti nella rassegna “Le parole per dirlo” ci ha portato ad inserire per ciascun articolo una parola chiave* che accompagni e faciliti le letture. Una scelta difficile, forse spesso inevitabilmente discrezionale, dato l’intreccio e la molteplicità dei temi trattati.
Oggi vorremmo andare oltre: crediamo che sia necessario mettere ordine e trovare senso a questa straordinaria raccolta di argomenti e narrazioni, riprendere con maggiore calma la lettura di alcuni testi particolarmente intensi e ricchi di stimoli.
Iniziamo con le prime riflessioni di due compagne che ci sono state vicine in questo lavoro: Isabella Peretti e Francesca Kock che ringraziamo, come ringraziamo Marialuisa Boccia che ci ha accompagnato fino a qui.
Questo lavoro vorremmo estenderlo, chiedendo a quelle che più ci hanno seguito di esprimere le loro riflessioni, gli articoli più condivisibili, i fili comuni emersi.
Raccoglieremo e pubblicheremo i contributi che ci invierete e costruiremo storia e memoria di questo periodo guardando verso un futuro
La rassegna continuerà in una forma più contenuta, riducendo una parte delle fonti utilizzate e focalizzando l’attenzione su alcuni dei temi che ci sembrano più significativi.
Il gruppo di redazione: Maria Brighi, Marina del Vecchio, Laura Ferrari Ruffino.